Amal ha otto anni, è arrivata con la sua mamma facendo la traversata in barca dalla Libia. Quello che ha visto e vissuto in Libia è stato molto pesante. In Italia è passata da un centro di accoglienza all’altro, da una città all’altra e ha frequentato la scuola con discontinuità. Ora sono più stabili ma Amal, che era entusiasta di andare a scuola e di avere una nuova casa, si chiude, si agita per qualsiasi cosa deve affrontare e sta male. Tutte le esperienze accumulate e trattenute, ora che si è fermata stanno venendo fuori, creando grande disagio e malessere.
Pedro ha dieci anni, è arrivato con la sua famiglia dal Salvador a seguito delle minacce subite dai suoi genitori. In Italia vengono accolti da amici che li aiutano ad inserirsi. Al Paese a Pedro è stata diagnosticata una iperattività, qui ha incominciato ad andare a scuola ma è ancora più agitato e fa fatica ad imparare, a seguire le lezioni. Avrebbe bisogno di un sostegno che non riescono a trovare perché è ancora senza permesso di soggiorno.
I più piccoli sono tra gli attori più fragili della migrazione e portano i segni dei diversi traumi vissuti nella loro pur breve vita: la crisi che ha spinto la famiglia ad abbandonare il Paese di origine; il viaggio spesso costellato di violenze, soprusi, condizioni precarie; l’accoglienza nel nostro Paese non sempre all’altezza di quelle che sono le loro esigenze. Spazi promiscui e inadeguati, frequenti spostamenti da un servizio all’altro, difficoltà di accesso al sistema scolastico e scarsità di servizi pensati per i bambini. Tutto questo genera in loro moltissimo disagio che può manifestarsi in diverse forme e richiede una risposta specialistica ma l’accesso e la presa in carico da parte dei servizi pubblici socio-sanitari è molto lenta e per questo non adatta all’urgenza e alla tempestività che richiedono questi casi.
Amal e Pedro sono due tra i tanti bambini che incontriamo, nella loro esperienza di migrazione hanno subito traumi e hanno bisogno di un sostegno per superare le fatiche e poter riprendere un percorso di crescita sereno. Per questo Crinali vorrebbe creare un servizio ad hoc attraverso il 5×1000 e offrire ai piccoli rifugiati e richiedenti asilo un luogo sicuro dove possano trovare uno spazio loro dedicato dove poter rielaborare la loro esperienza e seminare le basi di un futuro sereno nel nostro Paese.